mercoledì 11 settembre 2013

Recensione 'La verità sul caso Harry Quebert' - Joël Dicker

TITOLO: La verità sul caso Harry Quebert
AUTORE: Joël Dicker
TOTALE PAGINE: 770
CASA EDITRICE: Bompiani
PREZZO: € 19,50
TRAMA: Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Ouebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Ouebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trentanni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo. 


Marcus Goldman ha tutto: è ricco, famoso, partecipa alle feste più esclusive, frequenta le attrici più conosciute di Hollywood.
Il suo romanzo d'esordio lo ha portato dalle stalle alle stelle, lo ha fatto conoscere a tutto il popolo americano e lo ha reso uno scrittore di successo.
E' tutto meraviglioso, fino a quando la realtà non bussa alla sua porta e il suo agente ed editore gli ricordano che il contratto da lui firmato gli impone di rimettersi al lavoro e scrivere un nuovo libro.
Marcus, però, ha un problema. La "malattia dello scrittore" lo ha colpito e la sua penna non riesce a produrre più nulla.
Goldman si dispera, tormenta la sua testa affinchè partorisca nuove idee, ma niente da fare.
Decide così di cambiare aria e lascia il suo appartamento a New York per trasferirsi dal suo amico ed ex insegnate universitario Harry Quebert nella città di Aurora, nel New Hampshire, sperando che la tranquilla cittadina gli regali l'ispirazione.
Qui Marcus riscopre i piccoli piaceri della vita tranquilla e riallaccia il rapporto con Harry, che non vedeva da tempo, ma per quanto riguarda il romanzo, non produce niente.
Angosciato e rassegnato, torna allora nella metropoli, ma pochi giorni dopo una telefonata lo riporta ad Aurora: il cadavere di Nolla Kellergan, che risultava scomparsa dall'estate del 1975, è stato rinvenuto nel giardino della casa di Quebert ed Harry è il primo sospettato dell'omicidio.
Goldman molla tutto e corre in soccorso dell'amico. Sa che è innocente e farà di tutto per scagionarlo, persino improvvisarsi investigatore.

Inizia così "La verità sul caso Harry Quebert", libro che mi ha incollato alla pagina fino alla fine e mi ha lasciato con il fiato sospeso in più di un'occasione.
Quella di Goldman e Quebert è una storia di verità e menzogne, un'altalena costante fra presente e passato per scoprire cosa è successo alla piccola Nola e perchè. 

Dunque il romanzo si presenta come un giallo, ma in realtà riesce a mescolare più generi insieme senza appesantire la narrazione: infatti, il libro ha sì i temi tipici del giallo, ma allo stesso tempo anche i ritmi incalzanti e tesi del thriller e scene degne di un romanzo d'amore, anche se a volte un po' troppo melense.

La chiave della buona riuscita del romanzo, a mio parere, sta proprio nel suo ritmo incalzante.
Una volta cominciato, il lettore non può semttere di leggere, perchè si trova risucchiato in un vortice di segreti e rivelazioni che lo trascina fino all'ultima pagina.
La narrazione è un continuo salto temporale fra il 2008 e il 1975, stracolma di flashback che vedono protagonisti Harry Quebert e la quindicenne Nola prima della sua tragica scomparsa nella notte del 30 agosto.
Dunque ci si ritrova catapultati direttamente nel cuore della vicenda e l'autore ci costringe ad analizzare l'accaduto dal punto di vista di ogni personaggio.
Ciononostante, questi continui sbalzi non hanno l'effetto di confondere il lettore, bensì quello di coinvolgerlo ancora di più nella vicenda, che egli può vivere in prima persona.

I personaggi sono profondamente caratterizzati e analizzati sul piano psicologico, da quelli che compaiono di più nella vicenda e sono più coinvolti, come Tamara, Robert e Jenny Quinn, i proprietari della tavola calda Clark's del paese, a quelli che invece appaiono più sporadicamente, come l'editor di Goldman, Barnaski, o la madre dello scrittore, estremamente ignorante e soprattutto petulante, ma le cui conversazioni al telefono con il figlio fanno morire dalle risate, proprio perchè estremamente ridicole.

La figura che colpisce di più fra tutte, però, è quella di Nola.
Una ragzza quindicenne che tutti definiscono gioiosa, solare e piena di vita, ma che in realtà porta dentro di sè un animo tormentato.
Appare come una donna forte, saggia e matura, ma come tutte le ragazze della sua età è solo una ragazzina insicura che ha bisogno di aggrapparsi agli altri perchè ha paura della solitudine e perchè non conosce se stessa.
Nola è la vittima, il cadavere, l'unica certezza nel romanzo: una quindicenne brutalmente uccisa.
E invece è un personaggio che in realtà non muore mai, la cui presenza si avverte fino in fondo in ogni pagina del libro, anche quando non si parla di lei, anche quando non è nominata.
E' una figura incredibilmente ambigua, ma che possiede un qualcosa di indefinibile capace di stregare.
Forse perchè arriva ad un certo punto del racconto a  sembrare consapevole e calcolatrice, quando invece è soltanto una ragazzina fragile e spaventata dal mondo.
Non puoi fare a meno di amare Nola, di sentirla vicina, di provare il bisogno di entrare fisicamente nella storia per aiutarla, proteggerla e salvarla dalla sua tragica fine.

L'unico appunto che posso fare ad un libro così ben studiato e coinvolgnete, riguarda laparte finale.
Negli ultimi capitoli, leggendo, ho avvertito come una sensazione di "eccesso".
In poche parole, mi è sembrato che Dicker si fosse fatto prendere un po' la mano, esagerando nei colpi di scena dell'ultima parte.
Questo perchè si va ad aggiungere a quelle precedenti un numero ancora maggiore di rivelazioni, che sconvolgono molto di quanto scoperto fino a quel punto e fanno perdere parte della precisione che l'autore aveva prima utilizzato per giustificare ogni singolo evento.
In poche parole, il libro voleva regalrci un ultimo colpo di scena che fosse sconvolgente e rovesciasse tutto, ma proprio per questo la storia mi sembra portata ad un eccesso.
Lo stesso colpevole è un personaggio di cui non si sarebbe mai sopsettato e, a mio parere, il suo movente è un po' troppo "semplice", se posso usare questo termine.

Tirando le somme, comunque, vi consiglio caldamente di leggere "La verità sul caso Harry Quebert", anche a chi non è un particolare amante di storie del genere.
Vi farà arrabbiare, rimanere a bocca aperta, storcere il naso davanti a dettagli che non vi convincono, vi lascerà perplessi, ma mai indifferenti.
In un modo o nell'altro, vi conquisterà.

Voto: 4,5/5

- Lorenzo



Nessun commento:

Posta un commento