lunedì 16 dicembre 2013

Recensione 'Cime Tempestose' - Emily Brontë


TITOLO: Cime Tempestose
TITOLO ORIGINALE: Wuthering Heights
AUTRICE: Emily Brontë

Per l'edizione segnalata dall'immagine qui accanto:

CASA EDITRICE: Mondadori
TOTALE PAGINE: 442
PREZZO: € 13,00







Eccomi qui, dopo tanto tempo, a scrivere una recensione che non avevo in programma, ma che, per uno strano senso di inquietudine che mi pervade da ieri sera, ho bisogno di buttare giù per liberare la mia mente.

Forse non lo sapete, perchè non ho mai avuto occasione di dirlo, ma in genere sono abbastanza restìo a parlare di classici della letteratura internazionale, non perchè li snobbi o li ritenga di poco conto, assolutamente, anzi, piuttosto perchè, proprio per via della loro grandezza, della loro fama e dei geni senza tempo che li hanno creati dalla loro penna, non mi sento abbastanza in grado nè credo di poter avere il diritto di commentarli in qualsiasi modo.

Per lo stesso motivo, non capita spesso che io legga classici, perchè quando lo faccio devo dedicare loro tutto il tempo che meritano. Mi spiego: sono convinto del fatto che i grandi signori della letterattura non vadano letti in fretta e furia e non solo come semplice espediente per ingannare il tempo.
Quando io leggo un libro del genere, voglio farlo attentamente, con una cura particolare che magari non riservo ad un romanzo normale che, per quanto possa essere incredibilmente bello, leggo fondamentalmente per piacere e per saziare la mia fame di carta stampata. Voglio analizzarlo, riuscire a prenderne qualcosa che mi accompagni per sempre, trarne un senso che sia ben definito nella mia mente e, soprattutto, capire perchè abbia così tanta fama e quali siano state le capacità del suo autore per consacrarlo alla sua categoria dei "senza tempo".

Ho le mie fisse, lo so, ma come tutti e non me ne vergogno.

Cime Tempestose, però, è un'eccezione. Una grande eccezione, perchè mai avrei pensato che potesse causare in me sentimenti così forti e contrastanti, che cercherò di analizzare e rendere ben comprensibili ( non solo a voi, ma anche a me ) nel corso della recensione.

Cercherò di non fare grandi spoiler per quanto riguarda la trama, sebbene in alcuni casi
sarà necessario per poter chiarire il mio punto di vista e, per quanto trattandosi di un classico i suoi eventi sono magari conosciuti ai più, non voglio in alcun modo proibire a chi non lo ha mai letto di scoprirlo pagina per pagina, da solo, sfogliandolo con le proprie mani.

Il fulcro della vicenda, ad ogni modo, è la storia d'amore fra i due protagonisti Catherine e Heathcliff, osteggiata a lungo da disparità di classe e cultura ( considerate che ci troviamo nella prima metà del 1800 ) e consumata in un tempo a dir poco fulmineo a causa della malattia e conseguente dipartita di lei.

Qui vi è già uno di quelli che è stato per me un punto dolente: la morte, costante e inevitabile, a scandire il ritmo della narrazione e segnare il passaggio ad una nuova fase della storia.
Sono consapevole del fatto che all'epoca non esistevano le moderne conoscenze mediche e scientifiche e che banali malattie fossero spesso letali, ma ( e in questo caso la colpa è solo mia ), non sono abituato a vedere scomparire i personaggi capitolo dopo capitolo, portati via da un fato avverso e capriccioso.
Ammetto comunque che si tratta di un espediente ad effetto per velocizzare la storia, che fa capolineo sempre quando quest'ultima è diventata troppo statica e non esiste più altra liberazione alle pene dei personaggi.

Una morte che, però, per la Brontë non è mai definitiva. In alcuni punti se ne parla addirittura come uno dei più alti traguardi per l'uomo, il quale, ovviamente dopo aver condotto una vita retta e senza alcun rimorso, può finalmente trovare la pace e abbracciare un nuovo stato di bene perfetto e assoluto, di cui si può soltanto gioire e da cui trovare consolazione per coloro che piangono il defunto.
In altri casi, invece,  la morte segna solo il passaggio dalla carne allo spirito, la fine della vita fisica a favore di quella ultraterrena e paranormale: i "fantasmi" di coloro che sono andati via non smettono mai di seguirci e farci sentire la loro presenza, da una parte a testimoniare come neanche la morte possa vincere l'amore, che è eterno, dall'altra a farci in qualche modo inquietare e spaventare dalla possibilità che il mondo non sia semplicemente concretezza, ma anche teatro di forze immense e superiori che non possono essere in alcun modo combattute.

L'intero romanzo, in realtà, è dominato da un dualismo di questo genere: rassegnazione contro speranza, impotenza contro voglia e dovere di combattere, razionalità contro follia...
Non mi vergogno ad ammettere che è proprio per questo che il libro mi ha lasciato incredibilmente confuso.
Più mi sforzavo, meno riuscivo a coglierne il senso.
Se per i tre quarti della storia ero convinto che la vita non fosse altro che una lotta inutile e destinata a causare solo dolore, gli ultimi capitoli hanno completamente rivoltato le mie supposizioni e aperto un'incredibile spiraglio di luce e speranza nel destino, capace di porre fine ad ogni sofferenza in un battito di ciglia per regalare giorni sereni e perfetti nella loro semplicità.

Ma, in fin dei conti, la vita non è forse questo? Una storia in cui non si riesce a trovare un senso, seppur ci danniamo per cercarlo.
Forse è per questo che non riesco a capire il libro, perchè, per colpa della mia debole natura umana, non sono in grado di accettare il fatto che la vita non abbia un piano preciso e già scritto, ma scorra liberamente e priva di alcuna razionalità o alto senso che gli si voglia dare.
Quel genio di Ludovico Ariosto ci era arrivato centinaia di anni prima da me.
E se questa appare come una verità troppo dura per me, voglio sintetizzarla in questo modo: la vita è difficile, ma bisogna avere la forza di non perdere mai la fiducia nel domani.

Tornando al romanzo, in generale ciò che mi ha lasciato più perplesso è l'amore stesso fra i due protagonisti.
In questo senso, infatti, sono rimasto deluso: mi aspettavo una storia d'amore di quelle più potenti e mozzafiato, tanto forti ed intense da investirci in pieno e lasciarci privi di senso per un po' di tempo.
Tutto ciò, invece, è mancato. Quello fra Catherine e Heathcliff è un amore fatto solo di belle parole e monologhi appassionati.
Sebbene fosse chiaro fin dall'inizio che fra i due, fin da piccoli, vi fosse un legame speciale, non vi sono momenti o scene che testimonino il grande affetto che i due proclamano di provare l'uno per l'altro, ad eccezione di un ultimo e appassionato momento di baci, abbracci e carezze poco prima che Catherine espiri
il suo ultimo soffio di fiato.
La sensazione che ho avuto è che si trattasse di un forte legame scambiato per amore: un sentimento importante, certo, ma non abbastanza da definirsi amore. Un preoccuparsi reciproco, un'amicizia indissolubile, ma, torno a ripetere, non un amore.
D'altra parte è un qualcosa che si consuma troppo, troppo in fretta, e che io davvero non riesco a definire.
Magari si potrà spiegare come una passione così ardente da non necessitare di uno sviluppo lento e progressivo, ma, se è così, io questa passione non l'ho individuata nel libro, se non nelle belle parole che i due si scambiano vicendevolmente.
Addirittura, nel caso di Heathcliff, l'ho visto come un amore subdolo, legato più al "possesso" dell'altra persona piuttosto che ad un vero e proprio desiderio. Una sorta di capriccio, nato dal bisogno di trionfare su quello che è il vero marito di Catherine, Linton, il quale forse è invece il vero uomo capace di provare per lei un affetto immenso e senza confini, che cresce con il tempo e non si esaurisce mai, che chiede solo il meglio per la propria amata.
Sicuramente si tratta di un'esagerazione da parte mia, ma, torno a dirlo, questa è stata la mia personale impressione.

Poi lasciatemelo dire: Heathcliff è uno dei personaggi più orribili che io abbia mai incontrato.
Prepotente, violento, perfido, crudele e calcolatore, egoista e gelido come una pietra.
Certo, la sua storia e la sua infanzia possono essere probabilmente la spiegazione di un tale carattere, ma non sono assolutamente una giustificazione ai suoi comportamenti. In alcun modo.
A mio parere, comunque, è così nella sua vera natura e ben poco sarebbe stato utile a scalfire la sua impenetrabile corazza.

Insomma, avrete capito ormai perchè Cime Tempestose mi ha preso così tanto.
Avevo parlato, all'inizio della recensione, di inquietudine. Sì, perchè è così che il libro mi ha lasciato: incredibilmente confuso, incapace di definire con precisione i mie pensieri a riguardo, attraversato da opinioni e sentimenti contrastanti. Inquieto, appunto.
E capite, allora, perchè ho fatto un'eccezione alla regola e discusso per la prima volta di un classico.
Da una parte, spero tantissimo di ricevere un'opinione da parte vosta, un feedback, un riscontro a quello che ho detto. Anzi, davvero desidero che qualcuno venga a dirmi: 'Sei un idiota completo, non hai capito niente del romanzo, io l'ho amato e ti spiego il perchè'.
Seriamente, non chiedo altro.

Cerco di concludere e mi perdonerete se mi sono dilungato troppo, ma avevo diverse cose da dire e ci tenevo a parlarne nel giusto modo: mi auguro di non avervi annoiato e di essere stato abbastanza chiaro.
Mi riservo, in questo caso, di dare un voto al libro, perchè non ne avrei alcuna autorità, ma, con la più piena sincerità, posso affermare che dire che il romanzo mi è piaciuto sarebbe una bugia bella e buona.
Tuttavia, sono contento di averlo letto e vi consiglio con tutto il cuore di farlo anche voi: non solo per farvi un'opinione a riguardo, ma anche perchè sono convinto che meriti attenzione e considerazione.
E inoltre è impressionante come, seppur non lo abbia amato, non è stato mai, e dico mai, pesante leggerlo, in nessun punto della narrazione.
Dunque, non indugiate oltre e correte a prenderlo.

Perchè sì, in fin dei conti è un grande romanzo, altrimenti non sarebbe stato in grado di suscitare così tanto turbamento e così tante riflessioni in me.

Vi lascio, con la speranza di farmi vivo presto grazie alla tranquillità delle vacanze natalizie.

- Lorenzo











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